Intervista di Francesco Nucara a "l'Unità" Romano si dimetta da questo governo Segretario del Partito Repubblicano italiano, architetto calabrese, un passato nella Prima Repubblica e diverse legislature alle spalle, Francesco Nucara è scettico verso il PdL in cui non ha mai voluto confluire (“Dal notaio si fanno i contratti di affitto, non i partiti”) ma forte di un'amicizia affettuosa e una lealtà a prova di bomba verso Berlusconi. Però sta per dargli un dispiacere. Grosso. “Il ministro Romano farebbe bene a dimettersi. Altrimenti io sono orientato a votare la sfiducia. Attenzione: non è un voto di sfiducia al governo bensì al singolo”. Lei è un garantista convinto. Ha votato a favore di Papa e di Milanese. Come mai questa svolta? “Io non voglio mandare in galera nessuno. I due casi che cita sono diversi tra loro, ma voterei da garantista anche per un deputato dell’opposizione. Non entro nel merito. Anche se la mia sensazione è che il problema di Milanese fosse più serio di quello di Papa. Però sono anche quello che ha detto in aula: viva Cuffaro. Un uomo che, sotto accusa per mafia, ha preso la sua valigetta e se ne è andato. Ecco, visti i reati di cui è accusato Romano dovrebbe fare lo stesso”. Il problema, quindi, non è politico? “Anche. Con certe accuse Berlusconi non avrebbe mai dovuto nominarlo. Quando Napolitano, che è anche capo del Csm, fa determinate osservazioni, bisogna tenerne conto. Quando poi un ministro dice, come ho letto sui giornali, ‘se cado io cade il governo’, ecco, allora è meglio che se ne vada. In fretta. Non è un uomo adamantino”. La decisione è presa? Voterà in modo palese la sfiducia? “La mia convinzione è questa. Ma essendo uomo da Prima Repubblica non voglio mi si dica che faccio di testa mia quando impegno un partito. La senatrice Sbarbati, nuova coordinatrice del nostro comitato di segreteria, ha convocato una riunione domattina alle 10 (oggi, ndr). Prima dell’aula”. Non è che fa melina per ottenere qualcosa e poi cambia idea? “Guardi, ho già ricevuto diverse telefonate. Ho risposto: avete fatto male a farmi parlare. Io quando dico una cosa non torno indietro. Un finiano, tal Di Biagio, mi consiglia di rendermi irreperibile. Ma io ci metto la faccia e non cambio idea per qualche prebenda”. Dunque, che può succedere? “Se decidiamo che è un voto di coscienza, so già cosa mi dirà la mia. Se invece si tratta di una questione che può mettere in pericolo il governo, allora vedremo”. Perché un solo voto è così importante per la maggioranza? “Non è tanto il mio voto. Il problema è che potrebbe mettere in moto qualcosa. Potrebbe indurre qualcuno, soprattutto nella Lega, a chiedersi ‘perché mi devo accollare io questo problema?’”. Un segnale. Per il centrodestra è un fulmine a ciel sereno o li aveva avvertiti? “L’avevo detto in aula al voto su Papa. Lo hanno sottovalutato. Avvisai Berlusconi quando nominò Romano che stava sbagliando tutto. Una raffica di nomine prima del voto locale fu punita dagli elettori”. La lite tra Berlusconi e Tremonti come finirà? “Si deve comporre. Anche se alzano un muro, quei due condividono la camera da letto... Parliamoci chiaro: Tremonti è incacciabile. Con lui devono trattare”. Ha commissariato l’esecutivo? “E’ inutile che Galan gli chieda soldi: non ci sono. In Calabria ogni paesino da 500 abitanti fa feste con cantanti in disarmo. Vorrei dire: aggiustate piuttosto il tetto dell’asilo che ci piove dentro. La realtà è che viviamo sopra i nostri mezzi”. A Romano cosa direbbe? “Lui ha detto: ‘questo Nucara non lo conosco’. Ecco: gli voto la sfiducia così mi conoscerà”. Federica Fantozzi, “l’Unità”, 27 settembre 2011 |